Vasily Nesterenko

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Nato nel 1934, nel villaggio di Krasny Kut, provincia di Lugansk, in Ucraina, Nesterenko si è laureato nel 1958 presso l’Università Tecnologica di Mosca “NE Bauman”. Fisico emerito, partecipò al lancio dello Sputnik prima di dirigere l’accademia Nazionale delle Scienze della Belarus.

Nesterenko fu uno dei primi scienziati a visitare il luogo dell’incidente di Chernobyl ed a difendere (invano) l’idea di un’evacuazione di massa della popolazione che abitava nel raggio di 100 Km. dalla centrale. Di questo avvenimento si può trovare una testimonianza nel libro “La supplica” di Svetlana Aleksievic. Dopo aver “irritato” le autorità del tempo con le sue proposte, venne spogliato del suo titolo di direttore dell’Istituto d’Energia Nucleare dell’Accademia delle Scienze bielorussa.

Risulta, inoltre, che, sorvolò la centrale di Chernobyl, poche ore dopo l’esplosione, a bordo di un elicottero per versare azoto liquido nel reattore n.4 in fiamme. Vasily fu l’unico che sopravvisse a quel volo.
Partecipò all’organizzazione dei lavori per la liquidazione del disastro, ancor prima di fondare, nel 1989, l’istituto indipendente di ricerca Belrad che mobilitò la comunità internazionale nel denunciare la situazione dei cittadini sovietici costretti a vivere nei territori radioattivi.

Con poche risorse, le equipès mediche di Belrad eseguirono il monitoraggio delle radiazioni nel corpo delle popolazioni del sud-est della Bielorussia, la zona più contaminata confinante con l’Ucraina. In una banca dati determinarono i livelli di contaminazione di queste persone che si alimentavano (e si alimentano) con funghi, frutti di bosco, pesci, raccolti e/o catturati allo stato selvatico sul territorio radioattivo.

Con l’aiuto di ONG occidentali, in 14 anni, Belrad monitorò quasi 300.000 bambini; riscontrando in più dell’85% livelli anomali di Cesio137 nel loro corpo.

Belrad collaborò anche alla realizzazione della mappatura della contaminazione di Chernobyl, mettendo in evidenza l’impatto a “macchia di leopardo” dell’esplosione del 1986. L’istituto avviò la distribuzione di pectina ai bambini che vivevano nelle regioni contaminate.
La pectina di mela è considerata una “trappola” per i metalli pesanti nel corpo, di cui è parte il Cesio 137 radioattivo.

Nesterenko condusse riunioni ed incontri dedicati a Chernobyl. La sua lotta affinchè le persone che vivevano nelle zone contaminate non rientrassero nell’”oblio” è stata esemplare.

Naturalmente ci furono molte controversie circa l’efficacia dei suoi metodi (pectina), delle competenze dell’Istituto Belrad e la natura del suo rapporto con il presidente Alexander Lukashenko. Ma il ruolo di Nesterenko nella memoria di Chernobyl è indiscutibile.

Fortemente irradiato durante il disastro di Chernobyl, Nesterenko muore a Minsk il 25 agosto 2008.